di David Hey
L’Enneagramma non riguarda la personalità, riguarda l’Essenza. L’Essenza si riferisce alle specifiche qualità dell’Essere. Le nove fissazioni, i nove tipi di personalità dell’Enneagramma sono imitazioni dell’Essenza, imitazioni di chi noi siamo davvero. Poiché le attività del nostro ego, della nostra personalità non possono mai soddisfare la nostra aspirazione all’Essere, l’attività dell’ego ci lascia sempre un senso di fallimento e delusione.
Quando conduco gruppi sull’Enneagramma, talvolta i partecipanti mi chiedono di parlare delle qualità positive di ciascun tipo di personalità, di ciascuna fissazione. Ma la personalità, sia che la vediamo nei suoi aspetti positivi o in quelli negativi non è la questione. Il punto è la motivazione della nostra personalità, che cosa la provoca, quale energia si cela dietro la storia che noi viviamo e riviviamo, questa storia che ripetiamo a noi stessi ogni giorno della nostra vita. Le fissazioni sono atteggiamenti fissi, un ammasso di credenze e strategie fisse, di stereotipate immagini interiorizzate di sé e degli altri, di modelli fissi di pensiero e risposte emozionali. Il programma della nostra fissazione, del nostro tipo di personalità imprime una specifica disposizione fisica, emozionale e mentale, e questo programma si impernia su un’Essenza nucleare che noi stiamo imitando, una certa qualità dell’Essenza che noi pensiamo di non possedere. Il nostro ego si sente mancante in questa qualità, e da qui è dove iniziano le imitazioni dell’Essenza. La nostra personalità, sia che ci appaia fantastica o tremenda, maschera chi siamo veramente, che è Essenza.
L’Enneagramma è una mappa o una guida verso chi noi siamo veramente. Questa mappa ci mostra che il cammino verso noi stessi, verso l’Essenza, passa attraverso le questioni della nostra personalità. Per la Triade Mentale dell’Enneagramma (5, 6, 7) la questione di base è la paura. Per la Triade Emozionale (2, 3, 4) la questione è la vergogna. Per la Triade Istintiva (8, 9, 1) la questione è la rabbia.
Il centro della Triade Emozionale è la pancia e il corpo fisico in generale. I centri emozionali e intellettuali sono spesso disattivati nelle loro funzioni originarie allo scopo di trattare la risposta istintiva della rabbia. Tutta l’energia è diretta al trattare la rabbia. Il punto centrale nell’infanzia è collegato al periodo della pratica (12-18 mesi). Ai tipi legati alla rabbia non fu data abbastanza libertà di esplorazione durante questa fase, o con troppa pressione fu richiesto l’esecuzione di compiti che andavano oltre le capacità del bambino. Il risultato è la rabbia e la preoccupazione del controllo. Gli Enneatipi Otto, Nove e Uno hanno spesso corpi mesomorfici, robusti, solidi e forti.
Il Capo, l’Enneatipo Otto, ha facilità nell’esprimere la rabbia. Gli Otto controllano e dominano il loro ambiente con la rabbia. Si sono sentiti troppo deboli nell’infanzia o sono stati schiacciati dal sistema familiare, e ora devono essere forti. “Nessuno mi passerà più sopra” è la sensazione che portano profondamente dentro. Essere forti è per gli Otto una questione di vita o di morte. È una questione di sopravvivenza di base. Gli Otto sono pronti a combattere e hanno la volontà di scalare. L’intensità del Capo è alimentata da un profondo senso di rabbia per le ingiustizie subite e dalla passione per la vendetta. C’è la paura di perdere il controllo, di essere controllati dagli altri. Gli Otto hanno bisogno di avere la responsabilità. Spesso gli Otto appaiono costantemente sotto pressione, in lotta per controllare un ambiente ostile. Si difendono attaccando. Gli Otto sono fieramente indipendenti e pionieri, e spesso sentono di doverlo fare da soli. Hanno stima in sé e non sentono il peso della fatica. Spesso bruciano la candela da entrambe le parti, consumando la vita appassionatamente. Sono di solito molto leali e sostengono i membri della famiglia. Hanno la pelle molto spessa e non passa molto tempo tra l’evento scatenante e l’espressione della rabbia.
Il primo passo verso la guarigione per gli Otto è riconoscere che la loro personalità è un’imitazione dell’Essenza Rossa, che è forza e vitalità. L’Essenza Rossa ha a che fare con la vitalità, è l’energia che ci risveglia. È l’energia di cui abbiamo bisogno per stare in piedi sulle nostre gambe e farci spazio nel mondo. L’Essenza Rossa è fuoco, la passione per la vita. Gli Otto solitamente confondono la forza con l’aggressione e il controllo. L’intensità del Capo si basa sulla paura di perdere il controllo. È una forza che si basa sull’adrenalina e che può essere bullismo o violenza. Gli Otto si ergono sulla rabbia, li carica, dà loro energia. Ma la fonte originaria della loro rabbia, che poggia sull’abuso subito nell’infanzia, è spesso completamente inconscia. Il risultato è che il Capo scaccia gli altri individui dallo spazio, agendo in modo abusivo, ma pensando che sia completamente giusto e giustificato. La rabbia arriva così velocemente agli Otto che per loro è estremamente difficile diventarne consapevoli. Quando gli Otto iniziano a capire che la forza autentica è avere il coraggio di fronteggiare i demoni interiori, allora può iniziare il processo di guarigione. E richiede un enorme coraggio affrontare le ferite dell’infanzia che stanno al di sotto del loro odio e della loro rabbia.
Un passo successivo nel processo di guarigione degli Otto è diventare consapevoli della loro sconnessione dall’Essenza Oro, l’amore fusionale. È l’Essenza Oro dell’amore fusionale che scarica il sistema nervoso. Senza l’energia di fusione e dolcezza dell’Oro, gli Otto non si possono mai rilassare. Con la loro rabbia ricaricano continuamente il sistema nervoso, senza avere un modo per scaricarlo. Nel nucleo del Capo c’è la dolcezza dell’Essenza Oro. Gli Otto sono come un veicolo corazzato con all’interno un orsetto di peluche. Hanno voltato le spalle all’Essenza Fusionale allo scopo di essere forti e hanno bisogno di riconnettersi con l’Essenza Oro, affrontando le ferite infantili connesse con questa perdita. Di nuovo, gli Otto devono comprendere che la forza autentica significa fronteggiare queste ferite. Gli Otto hanno bisogno di sapere che va bene essere ricettivi e morbidi, senza confondere la ricettività con la debolezza.
Se i Capi esprimono la loro rabbia, i Perfezionisti la trattengono e l’inghiottono. L’Enneatipo Uno, il Perfezionista, tende a vedere la vita in termini di giusto e sbagliato, confondendo la perfezione con l’amore. “Se lo farò nel modo giusto, avrò amore”. Questo desiderio di perfezione spesso significa andare contro i propri impulsi e desideri, specialmente rabbia e gioia. Nella famiglia originaria, aveva gran valore essere serio e razionale. Poiché la rabbia non andava bene, doveva controllarsi per soddisfare le richieste di perfezione. Questo modello di controllo ha l’effetto di creare un risentimento che è spesso sull’orlo dell’esplosione. Gli Uno talvolta usano questo carico inespresso per intimidire gli altri. Gli Uno fanno le cose nel modo giusto, seguendo le regole, ma spesso provano risentimento verso gli altri, frequentemente giudicandoli o correggendoli in qualche modo. Il Perfezionista è molto onesto e virtuoso, con moltissima integrità personale, ma è una virtù arrabbiata.
La mancanza di supporto amorevole nell’ambiente familiare fu vissuto come sensazione di essere sbagliati. Quindi gli Uno si assumono spesso la missione del miglioramento di sé. La maggior parte dei libri sull’automiglioramento sono scritti da Perfezionisti. Nell’Uno c’è molta severa attività del Super ego, confronto spietato, autocritica, e pressione costante nel fare le cose non solo nel modo giusto ma anche migliore. E le richieste del Super ego, il giudice interiore, non possono mai essere soddisfatte. Non importa quanto perfetti siano gli Uno, non è mai abbastanza. Parte del processo di guarigione degli Uno inizia dirigendo la loro rabbia e il loro risentimento verso questo sé giudicante. Sebbene questo sé giudicante li ha aiutati a sopravvivere nell’infanzia, gli Uno ora devono difendere loro stessi dagli attacchi distruttivi e punitivi dei loro Super ego. Questo severo giudice interiore riduce i loro campi di azione in un modo che è troppo stretto e rigido per sostenere i loro bisogni di crescita ed espansione.
Il Perfezionista è un tentativo di generare un tipo di amore perfetto, l’Essenza Rosa. Per gli Uno la guarigione inizia capendo che il perfezionismo non è amore. Questo significa vedere quanto sono duri con loro stessi, quanta poca compassione hanno per loro. Benché siano affidabili, disciplinati e fidati, molta dell’attività del loro ego è da considerare compulsiva e rigida, con l’effetto di creare mal di testa in loro e negli altri. Gli Uno hanno bisogno di alleggerirsi e di smetterla di prendere le cose così seriamente.
Nel nucleo dell’Uno ci fu nell’infanzia un allontanamento dall’Essenza Gialla, un rifiuto della gioia. Nel sistema familiare i divertimenti furono mal considerati in favore della seriosità. Il bambino Uno perse il suo senso del piacere, gioia e spontaneità, nel desiderio di compiacere i genitori e ricevere amore. Questo rivoltarsi contro un senso multidimensionale del sé, lontano dall’Essenza, è la ferita nucleare al cuore del Perfezionista. Da qualche parte c’è negli Uno la sensazione di essere stati derubati della loro infanzia, deprivati della loro gioia e innocenza bambina, innanzitutto per essere stati forzati a comportarsi già molto presto come adulti ultracontrollati, e poi per aver interiorizzato quel controllo. L’espansività di una visione più ampia della vita fu sminuita e intorpidita. Gli Uno hanno bisogno di indulgere in attività non serie, frivole e infantili allo scopo di riaprire la porta alla loro gioia e giocosità, l’Essenza Gialla. Hanno bisogno di riaprirsi ai desideri del loro cuore.
Per i Nove, i Mediatori, la rabbia è un’energia pericolosa e si annullano piuttosto di sentirla. Si addormentano interiormente, si estraniano, agiscono in modo automatico, qualsiasi cosa per evitare le sensazioni di rabbia e furia. L’abitudine e la routine sono i loro alleati. Amano l’andatura da crociera nel comportamento meccanico. I Nove sentono che se essi lasciassero veramente uscire la loro rabbia, distruggerebbero ogni cosa. Nell’infanzia avvertirono che qualsiasi espressione di rabbia verso la madre avrebbe fatto cascare l’intero mondo. Una delle loro più grandi paure è di essere separati dagli amati. Raramente interrompono una relazione intima. La sconnessione dalla rabbia significa che essi spesso si sentono rassegnati e sconnessi dall’energia della vita. È più sicuro per loro sentire la tristezza piuttosto della rabbia che è posta al di sotto della tristezza. Così i Mediatori diventano inconsapevoli della rabbia, si addormentano energeticamente, si estraniano, si disconnettono. Questo processo di annullamento rende i Nove passivi e addormentati, o pigri e tardi. C’è una fondamentale mancanza di intensità nel Mediatore ed è affrontata con il forte desiderio di andare bene a tutti, un desiderio di armonizzare le relazioni con gli altri. Lo stile del Nove è passivo-aggressivo. I Mediatori evitano il confronto conformandosi agli altri. Dicono sì a tutti, mentre spesso si dimenticano o non sono attenti ai loro impegni.
La direzione per la guarigione dei Nove sta nella realizzazione che la loro personalità è un’imitazione dell’Essenza del Vivo Giorno, la qualità di amore che è la benevolenza di base dell’esistenza. I Nove sono dolci e carini e vogliono che tutti si sentano bene, e hanno bisogno di sapere che questa non è la luce del Vivo Giorno, questo non è amore. Realizzare che il conflitto è anche necessario e parte desiderabile della vita è un primo grosso passo verso la salute. I Nove hanno bisogno di iniziare ad esprimere la loro rabbia o insoddisfazione direttamente alle persone di cui sono scontente, piuttosto che prendere a calci il cane quando sono arrabbiati con il loro capo. Hanno bisogno di rendere legittima la loro rabbia, di sapere che la rabbia può essere espressa in un modo che approfondisce le relazioni piuttosto di distruggerle. Hanno bisogno di smettere di bloccare la rabbia e la furia, di bloccare la loro energia vitale. Come gli altri tipi della rabbia, i Mediatori hanno bisogno di sapere che la rabbia ha due dimensioni, una distruttiva, violenta, e una sana, che stimola l’energia. Come gli altri membri della Triade della Rabbia, i Nove hanno bisogno di lavorare con la loro rabbia, sviluppando modi sicuri ed efficaci per esprimerla. Hanno bisogno di diventare consapevoli che la rabbia è una valida energia vitale.
Per il Nove, parte del processo di riappropriazione della rabbia è collegato alla sua sconnessione dall’Essenza Perla, l’autonomia. In famiglia, i Nove furono spesso sorvegliati, e durante l’infanzia passarono molto tempo ad osservare le performance di genitori o fratelli maggiori. Da adulti, c’è spesso un partner forte a governare le loro vite, o si trovano in un ruolo secondario o in una posizione di sostegno all’interno di una gerarchia. I Mediatori idealizzano l’ordinarietà, confondendola con la luce del Vivo Giorno. Per questo, si tengono spesso a far da parete, negando i loro bisogni narcisistici, il loro bisogno di essere al centro dell’attenzione, il loro bisogno di ricevere riconoscimento e apprezzamento. Questa negazione può manifestarsi a livello inconscio nel desiderio di aver successo a tutti i costi, in violente esplosioni di rabbia, o in altri modi inconsapevoli. I Mediatori hanno bisogno di riconoscere e onorare i loro bisogni di esser apprezzati e visti. Hanno bisogno di mettersi dalla parte di loro stessi.
L’Enneagramma è un kit di sopravvivenza per essere sani in un mondo insano, per essere umani in un mondo inumano che affonda nell’espressione inconscia dell’ego e della personalità. Per me, l’Enneagramma ha aperto le porte all’autentico mondo del sé. Questo mondo brucia dentro di me con intensità e luce appassionate. Gautama il Budda lo definì il vuoto. Osho lo chiama consapevolezza del testimone. Io lo chiamo amore. Lo chiamo vivere nella luce.