Innumerevoli testi sono stati scritti sulla meditazione e sulle sua svariate tecniche sia attive che passive, desideriamo sintetizziare nello spazio sottostante il nostro significato di meditazione riferendoci alla nostra esperienza personale.
La meditazione accade solo al raggiungimento di uno spazio di silenzio interiore, esso viene acquisito grazie alla consapevolezza del gioco identificativo con l'”Io sono”.
Attraverso il modo di operare della mente, si può riuscire a riconoscere e a differenziare un io egocentrico che si identifica con l’io (nome) da l’Io (Sé) in grado di osservare l’osservatore (oggettivizzare il soggetto). Questo metodo comporta quattro passaggi o stati di coscienza:
1. Vedere l’oggetto
2.Accorgersi di vedere l’oggetto
3. Accorgersi di vedere il vedere l’oggetto
4. Assorbimento in uno stato che supera la dualità soggetto/oggetto, aldilà dell’espressione e comunicazione convenzionale.
Vi sono più tecniche per raggiungere uno stato meditativo, non esiste una vera e propria tecnica di meditazione, anche se Vipassana, verosimilmente rimane la tecnica più potente.
Questa tecnica è stata rivisitata oggi in forma occidentale e chiamata”Mindfullness”, termine che la priva forse di quella fragranza delle sue origini che rimangono squisitamente orientali.
La profonda meditazione è uno stato dell’essere che si manifesta nell’assenza di attività mentale, porta ad uno stato di trascendenza lasciando cadere l’identificazione con un “io”. Questa comprensione della mente fa si che la mente si arrenda al Sè, che possiamo chiamare “pura consapevolezza” o “ritorno a casa nella verità”.