La vostra coppia è equilibrata?
Che lo si riconosca o meno, la stragrande maggioranza delle coppie è alle prese con una certa tipologia di lotta per il potere, questa lotta permette ai due partner di affermare le proprie aspettative nei confronti della coppia. Nella situazione più dolorosa, quando questa lotta diventa disequilibrata, la coppia si ritrova con uno dei due dipendente dall’altro e con un evitante/dominante, è altrettanto doloroso essere evitante/dominante quanto essere dipendente.
Per semplificare la terminologia useremo i termini “dipendenti” o “dominanti” anche se sarebbe più corretto specificare i due tratti di personalità come “ansiosi ambivalenti” e “ansiosi evitanti”.
Per sapere se la vostra coppia è alle prese con un sano equilibrio o disequilibrio relazionale, rispondete si oppure no alle domande seguenti.
1. Sei geloso o possessivo ?
2. Uno fra voi due si aspetta spesso che il partner lo chiami o subisce ritardi ripetuti?
3. Uno dei due è considerato buono e l’altro cattivo?
4. Uno dei due fa sforzi maggiori per accontentare l’altro?
5. Uno dei due dice “ti amo” più spesso dell’altro? Oppure domanda spesso “-mi ami?-”
6. Negli incontri sociali uno dei due suscita facilmente l’attenzione di persone del sesso opposto e l’altro si sente a disagio?
7. Uno dei due è meno tenero dell’altro dopo avere fatto l’amore?
8. Uno dei due desidera maggiormente analizzare i problemi della coppia?
9. Quando uscite con amici uno dei due non si sente considerato e l’altro invece sorvegliato?Uno di voi si sente più rilassato di essere fra amici che non a tu per tu?
10. Uno fra voi da molta importanza alla propria autonomia e alle proprie passioni tanto che l’altro non si sente considerato?
11. Uno dei due partner si sente frustrato o insoddisfatto della relazione mentre l’altro sembra non preoccuparsene?
12. In un “tete e tete” al ristorante avete difficoltà a mantenere la conversazione?Avete l’impressione che la comunicazione sia a senso unico?
13. Se non siete sposati, uno fra voi solleva spesso il desiderio del matrimonio?
14. Se siete sposati uno dei due solleva la questione di avere un bambino o di averne altri?
15.Quando litigate, uno dei due è considerato come egoista ed indifferente mentre l’altro è accusato di essere possessivo, esigente o appiccicoso?
Se avete risposto di no a tutte queste domande siete probabilmente ancora nella fase della “luna di miele”.
Se avete risposto si da 1 a 3 volte e convivete da almeno 5 anni, significa che avete appreso a condividere il potere e a mantenere viva la passione fra di voi.
Se avete risposto dai 3 a 10 si, state certamente vivendo degli alti e dei bassi come accade normalmente nella stragrande maggioranza delle relazioni.
Se avete più di 10 si, vi incoraggiamo a consultare un centro di aiuto, uno psicoterapeuta o un counselor poichè uno di voi due sta sicuramente pensando alla separazione. Uno di voi in questa relazione si sente senza ossigeno mentre l’altro non si sente compreso. Sopratttutto non vi colpevolizzate, non è nè colpa vostra nè del vostro partner, alla base vi sono disequilibri che piano piano si sono radicati acuendo difficoltà comunicative dovute alla reciproca inconsapevolezza e a diversi stili comportamentali i quali hanno contribuito a portare una distanza fra voi.
Riassumendo, più sì avete accumulato nelle vostre risposte e più la vostra relazione di coppia contiene elementi di disequilibrio. Nell’incosapevolezza rischiate d’essere presi dal cerchio vizioso del paradosso passionale, questo significa che si è installata nella vostra relazione di coppia una relazione basata sul dominio: uno dei due si sente dominato e rifiutato e l’altro si sente invaso. Più aspettate a prendere in mano la situazione e a portare consapevolezza ai vostri vissuti e più correte il rischio di muovervi verso una separazione.
Le caratteristiche della personalità dipendente
Il dipendente ha la sensazione di amare infinitamene l’altro. E’ pronto a fare di tutto per fare durare la relazione, è appassionato e fa fatica a controllae le proprie emozioni. E’ il primo nel percepire i segnali di allontanamento e a sviluppare stati ansiosi. Il suo amore porta all’idealizzazione,.
La paura e la speranza colpiscono particolarmente le personalità dipendenti, la paura del rifiuto e di perdere l’amore e la speranza che magicamente sia l’altro a cambiare la situazione.
Il dipendente patologico è disposto a sacrificare la vita e la sua identità per la relazione.
Si adatta facilmente all’altro, non desidera urtare il dominante. La sua angoscia e tutta la sua attenzione è centrata sulle strategie da mettere in atto per riconquistare l’altro Non sa che il modo migliore per conquistre un dominante è proprio di lasciarlo stare. Il desiderio sessuale del dipendente è esacerbato, fare l’amore simbolizza il suo grande bisogno, fondersi con l’oggetto d’amore.
Il dipendente vive spesso in uno stato di ambivalenza, un’ambivalenza fra la sua testa che gli dice di lasciare una relazione sofferta e umiliante ed il suo cuore che si sente riempito di amore e sente di non poter vivere senza il partner. Il dipendente ha difficoltà nel contattare inizalmente la rabbia e la frustrazione in quanto non si permette di esprimere fino in fondo i suoi bisogni, quando questa esplode diventa spesso autodistruttiva. Diventa possessivo e geloso anche se a volte finge di essere indifferente, agli estremi può utilizzare l’arma del ricatto del suicidio. In particolare l’uomo può esplodere e diventare violento sia verbalmente che fisicamente, questo per cercare una riaffermazione del proprio potere.
Il dipendente, appare a prima vista come la vittima del disequilibrio nella coppia, nella realtà è uno degli attori e mantiene in vita il disequilibrio.
Le caratteristiche della personalità dominante/evitante
Il dominate è considerato il cattivo poichè è lui a decidere se la relazione continuerà o finirà. E’ lui che normalmente porta a termine la relazione o porta il fardello del blocco relazionale. Se il dipendente vive l’angoscia del rifiuto, il dominante vive profondamento un senso di colpa, di dubbio, di impotenza e di frustrazione, sa bene quanto il suo rifiuto andrà a colpire l’altro.
Il dominante tende a trovare scuse per il poco tempo disponibile per la coppia. Il suo desiderio sessuale diminuisce così come la comunicazione,e progressivemente il dominante realizza che è incastrato dentro una relazione con una persona che lo ama e che ha bisogno di lui ma che non è più sicuro di amare o di poter amare. Si sente soffocare nella relazione e allora inizia a a guardarsi attorno o magari anche a muoversi verso l’esterno.
Spesso il dominante tende ad arrabbiarsi contro il dipendente il quale tende ad attaccarsi sempre di più per il timore di essere lasciato.
Questa rabbia lo fa sentire in colpa, si sente colpevole di essere “il cattivo”, vive un’ambivalenza viscerale, detesta e nel contempo è attirato dal partner.
Il dominante, non essendo in grado di prendere una decisione cerca di prendersi del tempo. Alcuni si sposano, hanno uno o più figli e sperano che il tempo andrà a migliorare la situazione, altri abdicano pensando che comnque sia è importante avere una persona al proprio fianco, vi sono però sempre più dominanti esasperati che spingono verso la separazione.
Come ristabilire un equilibrio?
Dominanti e dipendenti possono fare molto pe uscire dal circolo vizioso e riportare il disequilibro relazionale dentro i limiti di una sana lotta di potere in modo che venga equalmente condiviso. Questo disequilibrio relazionale è provocato soprattutto da una poca autostima e fiducia del partner dipendente ma anche dal paradosso fra un bisogno passionale e fusionale e il desiderio di di conservare la propria autonomia anche da innamorati. Se i due partners vivessero con la stessa intensità questi 2 bisogni non sussisterebbe nessun problema. Il conflitto relazionale è in gran parte dovuto in un disequilibrio fra bisogno di fusione e di autonomia.
Quello che puo’ fare il dipendente
Per ristabilire l’equilibrio il dipendente deve imparare a vivere dei momenti di solitudine ed imparare a inserirsi maggiormaente in attività sociali, sportive e culturali, da solo o con amici, smetterla di inseguire i suoi fantasmi catastrofici del tipo« morirò se il partner mi lascia» e smetterla di autosabotarsi. Deve smetterla di sfinire il suo partner e stabilire una giusta distanza, questa distanza permettereà al dominante di soddisfare il suo bisogno di autonomia e gli darà lo spazio per potere ravvivare il suo bisogno di fusione e potersi così riavvicinare.
Per il dipendente è fondamentale comprendere che è lui a dover cambiare e non il suo partner. Deve comprendere che il miglior modo per rinforzare la relazione consiste nell’investire la sua energia emozionale al di fuori della relazione, riattivando i suoi interessi personali o trovandosi nuove sfide. La giusta distanza permetterà al dipendente di diventare autonomo e acquisire maggiore spontaneità, ritroverà la stima per se stesso, del potere dentro la relazione e l’ammirazione dunque maggior il desiderio da parte del proprio partner.
Quello che puo’ fare il dominante
Per quanto riguarda il dominante è necessario che si riconcili con lui stesso: non è il mostro che crede di essere e men che meno il responsabile del grande desiderio di fusione e della frustrazione del suo partner. Deve anche finire di credere che la via di uscita sia il divorzio o la fuga nel lavoro o in altre attività.
Deve rendersi consapevole e chiedersi come ristabilire l’equilibrio tra il bisogno di fusione dell’altro e il suo proprio bisogno di autonomia.
Il dominante puo’ fare anche dei tentativi di riavvicinamento: condivisioni di attività seppur minime, l’espressione di una suo vero affetto per il partner rassicureranno il dipendente che diverra’ allora meno esigente, meno soffocante. Il dominante deve terminare di esaltare i difetti e di minimizzare le qualita’ del suo partner; deve iniziare a vedere il partner oggettivamente cosi’ come è e rispettare il suo desiderio forte di fusione senza pertanto sottomersi.
Tutti gli ex-dominanti dicono che l’amore e la complicita’ ristabilite nella loro coppia valgono veramente la pena di continuare la relazione, qualsiasi sia stata. In tutti i modi il dominante potra’ mettere fine alla relazione dicendosi che ha veramente provato di tutto per salvare la sua relazione.
Quello che la coppia può fare
Conservare una comunicazione aperta ed esprimere sinceramente le loro paure, qualsiasi esse siano.
Il dipendente non deve giocare a stare a debita distanza nè il dominante ad avvicinarsi: i due partner dovranno essere sinceri nella manifestazione del loro desiderio di ristabilire l’equilibrio. In piu’ i due partner devono comprendere che l’assenza d’amore non e’ la causa del problema, ma la conseguenza del disequilibrio. I due partner devono comprendere che il problema riguarda entrambi e che devono agire di comune accordo pensando al “noi” non io-tu. Possono provare a mettere tutti i loro tentativi da parte facendo ricorso ad un terapeuta di coppia. Il terapeuta li aiutera’ a riconoscere l’esistenza di un disequilibrio dove tutti e due sono, a loro volta, i realizzatori, gli attori, e vittime. Il dominante dovra’ ammettere che dubita e il dipendente dovra’ ammettere che e’ esigente. Potranno, con l’aiuto di un terapeuta, identificarsi e smontare lo scenario accusatori e distruttori. Sapere chi ha iniziato non fa che aumentare l’escalation: i due protagonisti devono ammettete la regola di dividersi in 50% di ragioni e in 50 % di torti la responsabilita’. E’ naturalmente difficile mettersi al posto dell’altro per cercare di comprendere il suo punto di vista. Le coppie spesso divorziano precocemente e non perseverano sul versante evolutivo comprendendo la lotta di potere intrinseca nella relazione. Dopo essere stati due amanti intimi, i congiunti diventano generalmente due nemici intimi. Condividendo il potere, diventano due complici intimi che possono relazionarsi a vita.
Le 10 caratteristiche del dipendente
1. Appassionato
2. Teme la solitudine
3. Sensibile ad ogni segnale
4. Paura del rifiuto e dell’abbandono
5. Molto disponibile sessualmente
6. Tutta la sua vita è basata sulla relazione
7. Utilizza il ricatto affettivo
8. Geloso e possessivo
9. Appare come la vittima dentro la relazione
10.Senso di inferiorità nei confronti del partner
Il dipendente spera che il suo amore cambierà la relazione
Le 10 cartteristiche dell’evitante/dominante
1. Si sente soffocare
2. Si sente in colpa
3. Vive in un’ambivalenza viscerale
4. Poca libido
5. Facilmente collerico
6. Bisogno di autonomia
7. Cerca delle scuse
8. E’ percepito come il cattivo
9. Non condivide i suoi sentimenti
10. Senso di superiorità nei riguarfi del partner
Il dominante si augura che nel tempo tutto si possa sistemare