traduzione a cura di Daniela Santabbondio con la collaborazione di Matteo Gallo
Contributo presentato al congresso del WCP, congresso mondiale di psicoterapia, del 2008 a Pechino.
Qual è lo scopo della psicoterapia? “Curare i disagi mentali” – potreste rispondere. Oppure “Supportare le qualità necessarie per adattarsi alle circostanze della vita e permettere un’esistenza autonoma, socialmente integrata e che prevenga disagi mentali”.
“Dare ai pazienti la possibilità di vivere in maniera responsabile, con uno stile di vita in cui possano riconoscersi, di essere in grado di lavorare, esprimere sentimenti, emozioni, bisogni, e di trovare soddisfazione e realizzazione nelle relazioni personali, nel rapporto con la società e nel lavoro. Siete d’accordo fino a qui?
Già questa breve lista di obiettivi della psicoterapia mostra l’implicazione dei diritti umani nella psicoterapia stessa ed il tentativo nella nostra attività professionale di sostenere la loro applicazione e rispetto.
Lasciate che elenchi alcuni dei diritti dell’essere umano:
– Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali per dignità e diritti.
– Ognuno ha diritto alla propria vita, libertà e sicurezza personale.
– Nessuno dovrebbe essere oggetto di tortura né di crudeltà, né di punizioni disumane o degradanti.
– Tutti hanno diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione.
– Tutti hanno diritto alla libertà di opinione e di parola.
– Ogni essere umano ha diritto , in quanto membro di una comunità, alla sicurezza sociale.
– Ognuno ha diritto ad una qualità della vita adeguata per la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, includendo il cibo, i vestiti, la casa, le cure mediche e i servizi sociali necessari.
– Tutti hanno diritto ad accedere all’istruzione.
– Ogni persona ha dei doveri nei confronti della società in cui vive, l’unica in cui è possibile il pieno e libero sviluppo della sua personalità.
Questi diritti, formulati e adottati nel 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sono indipendenti da qualsiasi concetto di nazione, sesso, razza e cultura. Si tratta di diritti universali che valgono per ogni essere umano. Furono una reazione alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale.
Bene; finora abbiamo visto la teoria e la dichiarazione dei diritti dell’uomo. Tutti noi sappiamo che in molte nazioni questi diritti continuano ad essere violati. Diverse ONG (Organizzazioni non-governative) operano per monitorare la loro applicazione; sfortunatamente, durante le guerre i diritti umani non sono quasi mai rispettati. Inoltre, più un sistema politico è autoritario, maggiori sono le violazioni dei diritti delle persone che vi si oppongono.
Poiché il rispetto di questi diritti non è dato scontato, le Nazioni Unite hanno istituito dei tribunali per punire coloro che li violano. La nostra professione di psicoterapeuti ha a che fare con le conseguenze della violazione dei diritti umani. Curiamo gli effetti psichici della tortura, della discriminazione, della violenza, della depressione causata da atteggiamenti repressivi, il panico derivante dalle persecuzioni, ecc… I rifugiati, le vittime di traumi causati dai conflitti bellici e le persone dislocate soffrono di disordini mentali con cui noi terapeuti e altri medici abbiamo a che fare.
Recentemente ho letto un libro intitolato “La vita nelle comunità post-belliche” , pubblicato dall’International Aid Network (Rete di aiuto internazionale). Il libro mostra delle ricerche sugli effetti della guerra nella ex-Yugoslavia e su come la popolazione in questi paesi si senta protetta o meno nell’esercizio dei propri diritti. Inoltre illustra gli effetti degli enormi cambiamenti nella struttura etnica e dei dislocati. L’obiettivo di questo libro non è quello di puntare il dito contro qualcuno, bensì di mostrare le reali dimensioni della violazione dei diritti e le conseguenze che ne derivano.
Questo dà una idea di quanto ci sia bisogno di aiuto professionale.
I disordini psichici hanno anche caratteristiche sociali e culturali proprie. In una cultura un particolare disagio può essere vissuto come “normale”, mentre in un’altra viene considerato un disturbo.Dobbiamo essere consapevoli dei valori che stanno alla base di una società e provocano giudizi tanto differenti, e dei motivi per cui esistono.
La psicoterapia e la psichiatria sono state spesso utilizzate e abusate dal potere politico. Conosciamo i pericoli che stanno nel diagnosticare e curare le persone con metodi forzati (coercitivi) solamente perché sono individui ribelli; o perché fanno parte dell’opposizione politica; o avevano espresso concetti impopolari; o perché una certa diagnosi viene preferita, in particolari momenti storici, da psichiatri e terapeuti legati al potere.
Si sa che talvolta gli psicologi, in seguito a cambiamenti politici, hanno modificato le loro teorie sulla personalità e lo sviluppo dei disturbi mentali, o le metodologie di cura, solo per mantenere il proprio lavoro nelle università e negli ospedali. Anche se questo processo non è sempre così ovvio come avvenne nel regime nazista e in quelli comunisti, succede anche nelle democrazie.
E’ bene che gli psicoterapeuti siano consapevoli di questa dimensione sociale e culturale e del pericolo di abuso. In una prospettiva sistemica e teoretica di campo la malattia psichica come sofferenza individuale è anche espressione della sofferenza generale del sistema sociale, della società, della cultura. Quando esercitiamo la psicoterapia dobbiamo tenere conto del background sociale, politico e culturale. La psicoterapia permette ai pazienti di diventare più responsabili verso sé stessi, il loro stile di vita e le relazioni sociali.
Noi facciamo crescere il loro potenziale e l’influenza sull’ambiente che li circonda. In una prospettiva teoretica di campo i terapeuti della gestalt considerano l’individuo connesso con il terreno ambientale, come una parte di esso. Il sistema avrà effetti sull’individuo e viceversa. Mentre supportiamo la crescita del paziente, sosteniamo anche la sua capacità di cambiare l’ambiente e il modo di vivere.
Facciamo in modo che siano più consapevoli dei loro bisogni, facciamo sì che possano alzare la voce e avere maggiore influenza sull’esterno. Influenzare il sistema sociale è sempre un atto politico. Dunque la capacità di azione politica è uno degli obiettivi della psicoterapia; e in questo modo ogni psicoterapeuta ha anche un impatto politico.
Le persone mature non si faranno manipolare facilmente. Useranno le proprie risorse per i loro bisogni, ma crescerà anche la loro capacità di sentirsi responsabili per gli altri, per il loro ambiente sociale ed ecologico. Tutto ciò avviene in accordo con i Diritti Umani.
Tuttavia: nei regimi totalitari questo potrebbe esporli al pericolo di rappresaglia da parte del sistema. Poiché diventano più maturi e capaci di esprimere i loro bisogni e di partecipare alla vita politica, creando forme di resistenza, rivendicando i loro diritti, rischiano di essere perseguitati e di veder violati i propri diritti.
La psicoterapia che mira alla crescita della persona si trova dunque ad affrontare un dilemma.
Se il terapeuta si rifiuta di sostenere la crescita personale, potrebbe contribuire ad un sistema che crea sofferenza, depressione, ecc…
Se invece supporta la crescita dell’individuo, potrebbe mettere in pericolo il paziente. Sarebbe interessante vedere come coloro di noi che si trovano a praticare in sistemi politici rigidi affrontano questo dilemma.
In ogni caso: ciò mostra che la terapia ha sempre un aspetto politico su cui bisogna riflettere. Da questo punto di vista, l’arte della terapia consiste nell’usare la psicoterapia con attenzione e responsabilità, per aiutare i nostri clienti (individui, gruppi, movimenti sociali) a trovare l’equilibrio tra un adeguamento creativo a circostanze che non si possono cambiare e l’attivazione del loro potenziale per entrare in azione e cambiare ciò che può essere cambiato.
La salute psichica consiste anche nell’essere in grado di partecipare di più alla vita della società e sentirsi co-responsabili della realtà sociale. La psicoterapia è sempre connessa con i diritti umani e implicitamente li difende.
Poiché siamo parte della società, noi psicoterapeuti dobbiamo contribuire alla comprensione dei fenomeni culturali, sociali e politici. La psicoterapia priva della consapevolezza dell’impatto politico, sociale, psicologico-sociale, sociologico ed ecologico, cerca solamente di curare la sofferenza individuale ed eliminare i sintomi.
Non contribuisce però al cambiamento sociale e culturale delle condizioni di vita, allo sviluppo e alla crescita del sistema. Le persone hanno bisogno di svilupparsi, e lo stesso vale per le società.
Considero un dovere del terapeuta non tenere ciò che sa sulle ragioni della sofferenza dentro la propria cartella clinica, ma condividerla con un pubblico più ampio. In quanto psicoterapeuti abbiamo ottimi concetti e strumenti per risolvere le crisi sociali. Non dovremmo tenere questa conoscenza per noi; dovremmo anche esprimerci sugli eventi politici e cercare di influenzare i leaders politici affinchè prendano decisioni responsabili per aiutare la crescita dell’uomo. Per esempio, dovremmo pubblicare non solo sulle riviste di psicoterapia, ma anche parlare al pubblico, professionale e non, e usare termini e linguaggi che possano essere ben compresi al di fuori della comunità psicoterapeutica.
Conoscete “Medici senza Frontiere”? E’ un movimento di medici volontari che fornisce aiuto medico in alcune zone del mondo dove non ci sono strutture adeguate. Questo è un esempio di come una professione si mette in gioco per supportare i diritti umani.
Io penso che anche gli psicoterapeuti possano contribuire alla crescita della società in maniera simile. Gli psicoterapeuti sono specialisti nel comunicare alla società ciò che ascoltano riguardo alla sofferenza dell’individuo nella società stessa.
La EAGT, Associazione Europea per la Terapia Gestaltica, ha creato una Commissione per i Diritti Umani e la Responsabilità Sociale. La missione di questo gruppo è di essere impegnati in quanto professionisti per lo sviluppo della salute mentale, la qualità della vita e la crescita psicologica di tutti, specialmente i più vulnerabili, per rafforzare la capacità di adattamento ai rapidi cambiamenti della società. Il Comitato HRSR vuole contribuire con la società Europea e ad altri luoghi dove l’EAGT è presente, per far si he i diritti umani ed il benessere di tutti venga rispettato.
Esso condivide i seguenti valori: uguali diritti per tutti, non-violenza, crescita individuale, libertà di iniziativa, libero accesso all’educazione e ai programmi per una qualità della vita migliore, e così via
Gli obiettivi sono.
· Stabilire e promuovere una buona pratica per chi lavora con soggetti vulnerabili
· Difendere davanti a governanti e quelli che prendono decisioni i piani di azioni del comitato:
lavoro diretto o indiretto con soggetti vulnerabili attraverso trainings, supervisioni, sessioni di coaching con persone che lavorano con loro ecc.
Due progetti specifici sono in corso
1. cooperazione con peace brigades international supportando i volontari nella loro attività nei luoghi di crisi
2. riunioni per supportare il dialogo fra palestinesi ed israeliani come piccolo contributo a coloro che stanno lavorando per portare avanti il progetto di coesistere in pace
Uno degli scopi del WCP è quello di cooperare con le organizzazioni nazionali ed internazionali per mantenere la pace ed evitare i conflitti . WCP è registrato come NGO con uno statuto specifico all’interno del consiglio economico e sociale delle nazioni unite. . I membri del WCP-gruppo di lavoro per i diritti umani ha presentato ieri a questo congresso le sua attività
Partecipare alla conferenza delle Nazioni Unite, sviluppare un proprio progetto per ridurre i rischi di conflitto. E’ stata pianificata una lista di commissari in tutti i paesi, questa lista potrà essere consultata dalle Nazioni Unite in qualsiasi situazione di conflitto o calamità. I commissari serviranno a dare informazioni ed indicheranno i terapeuti che si presteranno a portare il loro lavoro. La psicoterapia non è il bisogno primario dopo un evento catastrofico.La priorità va ai medici e agli assistenti sociali. Ma concluso lo stato di emergenza il bisogno di psicoterapia è enorme.
I membri del WCP possono partecipare al progetto.
Conclusione:
Durante questa presentazione ho voluto mostrarvi come la psicoterpia condivida gli stessi valori scritti nella Dichiarazione dei Diritti Umani.
Ho mostrato come la psicoterapia da questo punto di vista ha sempre un aspetto ed effetto politico. Ho anche voluto illustrare come gli psicoterapeuti abbiano una responsabilità sociale aldilà del loro lavoro con i pazienti per contribuire alla crescità della società.
Vi ho mostrato come nella EAGT (Associazione Europea di di Terapia della Gestalt) abbaimo voluto realizzare tutto ciò attraverso un comitato per i diritti umani e per la responsabilità sociale.
Ho anche volluto mostrare come il WCP è coinvolto in questa questione.
Spero che questo possa incoraggiare altre persone ad iniziare simili progetti.
Peter Schulthess vive e lavora come psicoterapeuta a Zurigo in Svizzera. E’ attualmente il presidente della EAGT (European Association for Gestalttherapy) e dello Swiss Charter für Psychotherapy. E’ presidente dal 2015 della EAP (European Association of Psychotherapy), WCP (World Council for Psychotherapy) ed è membro del consiglio della IFP (International Federation for Psychotherapy). Insegna terapia della Gestalt in molti paesi d’Europa. http://www.ian.org.rs/publikacije/posler
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